Le Orchidee sono una famiglia di piante molto numerosa. Essendo circa 20.000 specie, stabilire delle regole uguali per la cura di tutte loro, sarebbe impossibile. Possiamo però suddividerle in grandi categorie accomunate da alcune somiglianze, che ci aiuteranno a comprendere meglio queste piante. 

Innanzitutto, la maggior parte di loro, o almeno le più diffuse in commercio, sono piante epifite,ossia vivono aggrappate ad altre piante utilizzandole come supporto (ma non come fonte di nutrimento). Questo tipo di piante si nutre delle scorie in decomposizione di altri organismi (saprofite) ed ha radici carnose che utilizza per ancorarsi agli alberi nelle foreste tropicali, loro habitat di origine. Questi ambienti sono caratterizzati da una elevata luminosità, ma non sole diretto, ed un’alta umidità.

Quando coltiviamo questo genere di Orchidee, sono proprio queste le caratteristiche che dobbiamo cercare di riprodurre: una luce intensa ma non diretta, e una umidità abbastanza alta. Sicuramente le Phalaenopsis, le Orchidee più diffuse in commercio in assoluto, sono piante che appartengono a questa categoria, così come Dendrobium, Vanda, Odontoglossum e Cattleya. Insomma, la maggior parte delle Orchidee che coltiviamo nelle nostre case appartiene a questa tipologia.

Dendrobium "Rainbow Dance"
Dendrobium “Rainbow Dance”

Altre Orchidee invece sono radicate a terra e traggono da essa gli elementi nutritivi. E’ questo il caso di Cymbidium, Paphiopedilum, Cypripedium e altre. Solitamente questa tipologia di piante si trova in natura nelle zone montuose delle foreste tropicali, ad altitudini anche elevate. Per questo di solito queste piante necessitano di un clima ancora più fresco rispetto alle altre Orchidee (ovvero temperature minime inferiori), anche se è sempre meglio controllare le esigenze di ogni singola specie prima di avventurarsi nella loro coltivazione.

Per fortuna, districarsi in questo mondo così vasto, non è poi difficile come sembra. Infatti le Orchidee che troviamo in commercio oggi sono frutto di anni di selezione da parte degli ibridatori, che hanno creato piante sempre più adattabili alle condizioni delle nostre case, con fiori incantevoli e spesso un’elevatissima rifiorenza. 

Far rifiorire un ibrido di Phalaenopsis

Gli ibridi di Phalaenopsis sono orchidee molto facili da far rifiorire. Esse producono un nuovo stelo florale ogni anno in autunno/inverno, ma possono fiorire in ogni momento da gemme presenti sugli steli degli anni precedenti che non si siano seccati.

Phalaenopsis Sweet Memory "Liodoro"
Phalaenopsis Sweet Memory “Liodoro”

Per avere una fioritura garantita basterà posizionare la pianta ad un metro massimo da una finestra luminosa schermata con una tendina. Nel periodo autunnale bisognerà poi far sì che la pianta subisca uno sbalzo termico di almeno 7/8° tra il giorno e la notte, facendo però attenzione che la temperatura non scenda sotto i 15° se non per brevissimi periodi. Un angolo luminoso ma non riscaldato di casa è perfetto per ricreare questa condizione. In questo momento dell’anno è opportuno anche concimare con un prodotto apposito per la fioritura delle Orchidee, che contenga macro e micro elementi in formulazione apposita.